C’è uno stretto legame tra l’abitudine a cantare insieme e la coesione dei cittadini di un Paese.
Dove si canta molto, l’identità nazionale è molto forte. Dove lo si fa poco e male, prevalgono gli interessi individuali.
Nella serata finale dei Proms della BBC, alla Royal and Alhert Hall di Londra (i Proms sono la stagione concertistica che si tiene tutte le estati a South Kensington ton l’orchestra filarmonica della
BBC) l’ultima giornata e dedicata ai tanti patriottici e tradizionali. Decine di migliaia di persone, all’interno della Albert Hall e sul prato di Hyde Park, dove il concerto finale viene trasmesso su grandi schermi, cantano tenendosi per mano sventolando orgogliosi la Union jack e meravigliosamente intonati. “…mescolandosi alla folla (riporto dall’articolo di Vittorio Sabadin comparso su “La Stampa” di alcuni mesi fa) uno storico potrebbe finalmente capire tome questa gente abbia trovato nei secoli la forza per sconfiggere l’Invincibile Armada, Napoleone, il Kaiser Guglielmo II e Hitler: cantando insieme”.
Il «Journal of Music Therapy» ha elencato già nel 2004 un consistente elenco di terapie musicali che possono essere adottate negli ospedali e negli ospizi, semplicemente convincendo i pazienti a cantare insieme.
La Yale University, a sua volta, ha svolto una ricerca dimostrando che nelle cittadine che avevano un coro l’età media della popolazione era sensibilmente più alta.
Nel 2009 l’associazione “Chorus America” commissiona una ricerca, nella quale,sulla case di un’accurata raccolta e analisi di dati, si dimostra tome la più popolare forma di partecipazione collettiva all’arte sia proprio il canto corale e come i coristi si dimostrino cittadini eccellenti che partecipano alla vita sociale in modo attivo e creativo. I bambini e i ragazzi che praticano il canto corale ottengono un sensibile miglioramento nel loro rendimento scolastico e i benefici si moltiplicano per tutti i soggetti che subiscono disagi economici e familiari. L’attività corale, conclude il rapporto, deve essere incrementata, poiché ha una forte ricaduta sul benessere collettivo.
I risultati di uno studio condotto da ricercatori svedesi apparso recentemente sulla rivista “Frontiers in Neuroscience”, dimostra addirittura che la musica ha effetti calmanti sul cuore e questi effetti aumentano quando si canta all’unisono con altre persone. Appena il coro inizia a cantare, il battito cardiaco dei singoli cantanti rallenta e la respirazione “corale” diventa una sorta di respirazione guidata che modifica anche la funzione cardiovascolare. In pochissimo tempo le frequenze cardiache dei coristi si sincronizzano tra loro quasi tome se lo sforzo dei cantanti per cercare una sintonia comune della voce si rifletta anche sul fisico e quindi sul cuore con effetti di indubbio benessere.
Secondo quanta appare nel rapporto “Singing and Haelth: Summary of a Systematic Mapping and Review of Non-Clinical Research” pubblicato dal Sidney De Haan Research Centre for Arts and Health, ecco solo alcuni dei benefici che il canto corale produce sull’individuo e sul gruppo:
- Rilassamento fisico e riduzione del senso di stress
- Senso di felicità, stato d’animo positivo, gioia, maggiore energia
- Stimolazione delle capacità cognitive: attenzione, concentrazione, memoria, apprendimento
- Senso di essere coinvolti in un’attività che attinge a molteplici capacità del corpo e della mente e che stimola un senso di legame collettivo
- Potenziale contatto personale con gli altri per un rapporto di collaborazione costruttivo
- Senso di contribuire ad un prodotto che è maggiore della somma delle sue parti
- Senso di trascendenza personale, al di la della realtà di tutti i giorni
- Maggior senso di fiducia in se’ stessi e di autostima
Aggiungo:
Il coro è scuola di canto e di vita che protegge e rilassa. Nel coro non c’è spazio per il narcisismo, ma tutti banno la possibilità di far emergere la propria personalità senza imporla in un risultato finale che è un insieme armonico, omogeneo e solidale sempre e non solo nel canto.
Per tutti questi motivi cantiamo da trent’anni e pensiamo di continuare a farlo.
Grazie a tutti i cantori che banno fatto parte, nel tempo, del CVN, a quelli che ci hanno lasciato ma continuano a vivere in noi nel canto e agli attuali, cari compagni di coro, cari compagni di vita.
La direttrice
Franca Floris